Le attività umane sono rivolte ad un continuo e progressivo sviluppo che, in base a principi etici condivisi, deve essere:
“SOSTENIBILE”
Un comportamento o un’attività umana può definirsi sostenibile se rispetta i requisiti fondamentali di conservazione quali e quantitativa delle risorse naturali.
Gli attuali problemi ambientali, quali l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, la perdita di biodiversità, l’uso non corretto delle risorse idriche ed energetiche e la produzione di rifiuti sono la conseguenza di un comportamento non sostenibile da parte dell’uomo.
Il consumo vertiginoso di risorse non rinnovabili quali i combustibili fossili e molte materie prime sono comportamenti in forte contrasto con i principi di sostenibilità.
Una delle più importanti assunzioni che stanno alla base dello sviluppo sostenibile è che l’equilibrio fra attività umane ed ambiente può essere realizzato se la società umana persegue uno sviluppo ambientale sostenibile integrato ad un comportamento sostenibile anche sul piano sociale ed economico.
La maggior sensibilità a livello mondiale verso queste tematiche a portato, in occasione del Summit sullo Sviluppo Sostenibile del 25-27 settembre, all’adozione del documento: “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” con il quale sono stati individuati gli obbiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals), dove cibo ed agricoltura rivestono un ruolo centrale.
- soddisfa il bisogno primario del cibo;
- favorisce la convenienza economica delle operazioni legate alla produzione agricola;
- sostiene la qualità dell’ambiente e delle risorse naturali da cui dipende l’intero comparto dell’agricoltura;
- migliora la qualità di vita degli agricoltori e dell’intera società;
- fa uso sapiente delle risorse a disposizione, integrando laddove possibile cicli biologici naturali.
E’ in questo contesto che nel 2014 la Parboriz ha avviato il progetto di agricoltura sostenibile per lo sviluppo e l’incentivazione della produzione di riso “sostenibile”.
Le attuali pratiche convenzionali di coltivazione del riso possono influire sull’ambiente con un impatto significativo sulle emissioni di gas serra su numerose piante e specie animali, nonché sulla qualità delle acque superficiali e sotterranee.
La sola adozione di pratiche “sostenibili”, che minimizzano l’impatto ambientale delle colture, oggi non è più sufficiente. Occorre un cambio di paradigma, che miri ad un contributo ambientale ancora più incisivo.
Da questa necessità nasce nel 2022 il progetto
“AGRICOLTURA RIGENERATIVA”.
L’agricoltura rigenerativa descrive le pratiche agricole che, tra gli altri benefici, invertono il cambiamento climatico rigenerando la fertilità del suolo, ripristinando la biodiversità e migliorando la qualità dell’acqua.
Il progetto intrapreso da Parboriz con la collaborazione di enti scientifici, aziende di consulenza e partner commerciali mira a mettere insieme alcune buone pratiche attestate da studi scientifici, utili a ridurre l’impatto ambientale della coltivazione del riso, il quale contribuisce per l’11% circa delle emissioni globali di CH4 (IPCC 2013).
L’impatto di queste pratiche sarà valutato grazie ai dati sulle emissioni di gas serra rilevati presso stazioni posizionate all’interno delle risaie di alcune aziende pilota del progetto.
Le tecniche selezionate, suddivise per obiettivo, sono:
- Riduzione emissioni di metano
a. Gestione delle acque in termini di periodi e durata (sommersione invernale, asciutte mirate durante la stagione vegetativa).
b. Interramento delle paglie in autunno.
c. Semina di cover crop e concimazioni di precisione - Miglioramento biodiversità.
a. Diverse gestioni degli argini delle risaie (incolto, sfalcio periodico e semina con varietà utili per l’incremento della presenza di insetti impollinatori).
b. Predisposizione di solchi nei campi con lo scopo di mantenere l’acqua anche in periodi di asciutta e consentire il proliferare di anfibi e di uccelli della risaia. - Miglioramento qualità delle acque.
Protocolli di gestione dell’acqua dopo le applicazioni di agrofarmaci fini di favorire la completa degradazione di questi prodotti prima della reimmissione nelle camere a valle.
Alla fine del progetto sarà redatto un protocollo per la coltivazione del riso che le aziende agricole della filiera potranno utilizzare per incrementare la propria ecosostenibilità.






